Mylle sfumature d’azzurro

Mylle sfumature d’azzurro

06/06/2023 0 Di Sorano
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Mylle sfumature d'azzurro

 

Mylle sfumature d’azzurro, ovvero come lo sport salva la vita.

Introduzione

Mylle sfumature d’azzurro è un libro di sport sulla vita.

Edito qualche mese fa da Lab DFG consta di due racconti vincitori del Premio Speciale My Book Invictus 2022. Tema del concorso letterario era lo sport come disciplina di vita e questi due racconti, molto diversi tra loro sia per stile che per approccio, raccontano di come lo sport sia fondamentale nella vita.
La raccolta è preceduta da un’introduzione di Paolo Barletta

Recensione

Cintura Binaca di Sara Rossi

Elena è una ragazza introversa, riflessiva, silenziosa. Più soprammobile che figlia, Elena ha eretto muri con i quali si scherma dal mondo esterno e dalle possibili amicizie che spesso nascono tra i banchi di scuola.

Non ha voce perché sente che quello che ha da dire non interessa a nessuno. Non a suo padre impegnato a mandare avanti la propria vita, non a sua madre intenta a mantenere una facciata di famiglia perfetta, non a scuola dove Lucrezia e gli altri ragazzi tendono a schernirla. Le parole che Elena concede al mondo sono poche e molto calibrate, parole garbate, parole scelte con cura. A Elena piacciono i dettagli perché “aveva imparato a capire osservando le gocce, le ombre e le fotografie stava Dio e il motivo reale e profondo di ogni singola scelta”. Dopotutto è nei dettagli che Elena trova se stessa e si lascia trovare da Matteo, l’unico ragazzo con cui ha un legame più profondo in classe.
Elena è rassegnata alla sua esistenza trasparente dentro quella bolla che lei stessa ha creato. Si alza, va a scuola, fa i compiti e ogni tanto si concede di perdersi tra i vicoli della città, quei vicoli che lei sente simili a se stessa.

È proprio nel perdersi in uno di quei vicoli in una mattina in cui decide di non andare a scuola che Elena si imbatte nel proprio futuro: una palestra di Judo.

Attratta da una forza quasi inspiegabile, Elena entra nella palestra dove rimane ammaliata dai corpi che si afferrano l’un l’altro danzando sul tatami e dalla polvere che si innalza a ogni corpo che cade. Da quel giorno Elena comincia a frequentare la palestra di Judo ogni giorno, allenandosi costantemente. Sul tatami Elena è viva. Sul tatami Elena entra in contatto con se stessa, con la parte più profonda di lei; finalmente riesce a dialogare con il suo Io interiore. Non solo, grazie al Judo, ai ragazzi del dojo e al Sensei che insegna loro, Elena riesce piano piano ad aprirsi e comunicare con il mondo esterno. Conosce Asia, una sua compagna di classe che la invita a casa e ad alcune feste organizzate da Lucrezia, la ragazza più popolare della scuola.

Nonostante Elena si alleni costantemente nel Judo e accolga ogni briciola di insegnamento che il Sensei le impartisce, continua a non avere voce. Ogni presa, ogni colpo e ogni caduta sul tatami sono prive di suono. Seppur il Judo le abbia insegnato ad aprirsi e fidarsi almeno un poco del mondo esterno, Elena continua a non trovare la propria voce. Ma la vita, si sa, mette difronte le esperienze che occorrono per poter crescere. Sarà a una delle feste di Lucrezia che Elena riuscirà finalmente a ritrovare quella voce a lungo sopita pur infrangendo una delle regole fondamentali del Judo.

Considerazioni

Il Judo è una scuola di vita per Elena. Il racconto è scandito dalle fasi di vita della ragazza e in ogni fase Elena cresce un po’ apprendendo una lezione dopo l’altra. La figura del Sensei è di fondamentale importanza per Elena. Lo prende a esempio anche per l’infinita saggezza che sembra emanare da quegli occhi chiari. Nel Sensei Elena trova quella guida che i suoi genitori non sono stati in grado di fornirle. Nelle pagine del racconto si respira il dialogo interiore di Elena, la sua voglia di emergere, i conflitti adolescenziali che la attanagliano e l’aiuto che il Judo le fornisce per superare tutto ciò.
Un racconto scritto molto bene che fa venir voglia di provare a praticare il Judo anche solo per avvicinarsi al mondo di Elena.

Duevitgolasette di Pietro Gervastri

Conoscete il tennsitavolo?
Pietro Gervastri conduce il lettore alla scoperta di questo sport di nicchia.

Il racconto prende le mosse dall’adolesenza dell’autore e da come decida di intraprendere la carriera nel tennistavolo.
È infatti nei movimenti ripetuti per ore e giorni interi che il protagonista trova la propria vocazione. In quei movimenti è celata la forza delle lezioni che il tennistavolo può impartire: la pazienza e la perseveranza.

Sebbene non diventi un campione internazionale, il protagonista ricava moltissimo dal praticare il tennistavolo. Entra in contatto con grandi atleti di questo sport imparando da ognuno di loro anche solo nel guardare le partite.
Il racconto è un susseguirsi di match, alcuni molto avvincenti, dai quali emerge la passione e l’amore che il ragazzo prova nel profondo.

Considerazioni

Il racconto è di impianto saggistico. Viene riservata molta attenzione agli aspetti tecnici dello sport sebbene emerga ampiamente la passione e gli insegnamenti che il tennistavolo impartisce al protagonista.
Da leggere fino alla fine anche solo per scoprire perché si intitoli Duevirgolasette.

 

 

 

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