Il mago di Oz, un libro magico… fino alla fine

12/19/2022 0 Di Kotos Deidama
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Il mago di Oz libro

Il meraviglioso mago di Oz è uno di quei titoli che chiunque ha sentito nominare almeno una volta nella vita. In quest’articolo ripercorreremo velocemente la storia del romanzo, le sue caratteristiche e alcune curiosità che lo riguardano.

Prima di tutto, però, un piccolo appunto. Ancora oggi vengono mosse molte accuse a L. Frank Baum e al suo libro, perché se ne possono dare diverse letture e analisi (una breve ricerca può convincervi di quanto sia profonda la tana del bianconiglio). Questo articolo non si concentra su tali aspetti dell’opera e del suo autore, ma non può negarne la presenza.

Niente più violenza

The Wonderful Wizard of Oz venne pubblicato nel 1900 a Chicago ed ebbe un successo tale che lo stesso Baum scrisse ulteriori tredici libri ambientati nello stesso continente, mentre ventisei uscirono, per mano di altri autori, dopo la sua morte. Negli anni, dall’opera sono stati tratti musical, film, fumetti e quant’altro.

Il mago di Oz libro

Il libro, ormai svincolato dal diritto d’autore e reperibile (in lingua inglese) a quest’indirizzo, inizia con una prefazione molto particolare: Baum si propone infatti di scrivere un nuovo tipo di fiaba, che abbandoni i personaggi ormai stereotipati come nani e fate e gli episodi di violenza a sfondo morale che caratterizzavano quelle di famosi autori come i Grimm o Andersen. L’ultima parte di questo proposito è già un ottimo spunto di riflessione perché, sebbene nel libro non ci siano violenze esercitate a fini moralistici, abbiamo comunque momenti crudi e inoltre il tono del romanzo non è sempre scanzonato.

Proprio l’inizio, letto in un’ottica moderna in cui si riconosce una violenza altra da quella fisica, rivela come la visione del termine sia più estesa ora che nel ‘900. Ci viene detto che Dorothy vive con gli zii in Kansas, dove grigio è il paesaggio e grigie le persone. La zia, infatti, è così infastidita dalla risata della piccola Dorothy che spesso le tappa la bocca per non ascoltarla, oltre a domandarsi che cosa abbia da ridere. Quindi sì, niente più violenza gratuita, almeno per gli standard del ‘900!

Ciò che serve è qui dall’inizio

Questa è la verità di tutto il libro che, dal momento in cui Dorothy uccide per errore la malvagia strega dell’Est, ci viene riproposta in vari modi e situazioni. Fin da allora, infatti, la bambina ottiene le famose scarpe argentate (sarebbero diventate rosse nel film del 1939, per renderle più riconoscibili) che utilizzerà per tornare a casa in Kansas dopo aver perso l’occasione di farlo insieme al mago di Oz, rivelatosi un impostore. Allo stesso modo, lo Spaventapasseri, l’Uomo di latta e il Leone dimostrano di possedere ciò che cercano ben prima di ottenerlo, in modo fittizio, nella città di Smeraldo, ma tutto accade senza che i personaggi si rendano mai effettivamente conto della cosa.

Verso Oz… e oltre!

Come accennato prima, il romanzo non termina con Dorothy che torna a casa con l’aiuto di Oz. A spiegare alla protagonista il funzionamento delle scarpe magiche è la strega buona del Sud, che i nostri raggiungono a partire dalla città di Smeraldo e attraversando nuovi pericoli e luoghi fantastici. Solo allora abbiamo il vero finale, con i compagni di viaggio di Dorothy che diventano ognuno il reggente di un diverso regno, mentre la nostra protagonista e il suo fido cane Toto tornano a casa.

Fine della magia

Il mago di Oz libro

Lo dirò senza mezzi termini: il finale è il punto più basso del libro. L’idea di dedicare al rientro di Dorothy in Kansas un capitolo a sé, salvo poi usare poche righe per un dialogo con la zia in cui la bambina, fondamentalmente, dice “Sì, sono stata in una landa bellissima e piena di magia, ma mi fa piacere tornare qui” è orribile. Tuttavia, a parte questo scivolone e qualche piccola dettaglio qua e là durante la narrazione (tipo il regno del Sud e quello del Nord che condividono lo stesso colore, mentre gli altri sono tutti diversi – scelta o svista? -) non si può negare che The Wonderful Wizard of Oz viva all’altezza del suo nome. La lettura è divertente, le vicende si susseguono con un ottimo ritmo e alcune idee sono oltremodo carine.

Una curiosità e un dono per chiudere

Vi lascio con una curiosità: tra i molti omaggi all’opera di Baum, se ne può trovare uno nel romanzo di Stephen King La sfera del buio, in cui i protagonisti devono indossare delle scarpe rosse e battere tre volte i tacchi per entrare in un castello di smeraldo.

Facciamo anche noi lo stesso, perché giunge il momento di salutarci, e quale modo migliore se non con la mia versione preferita di Somewhere Over The Rainbow, brano composto per il film del 1939 che da allora risuona ovunque, compreso ovviamente il regno di Oz?

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