Il Viaggio di Eros e Psiche

Il Viaggio di Eros e Psiche

10/29/2022 0 Di Sorano
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Il viaggio di Eros e Psiche

“Spiegare l’amore non è sempre facile e neppure efficace […] Avevo capito che necessitava di uno strumento attraverso il quale comprendere meglio se stessa e dare un senso a quello che stava vivendo. […] Quello strumento esisteva già, da moli secoli: era la bellissima favola di Eros e Psiche di Apuleio”

I miti sono racconti fantastici che nascono dalla necessità di dare una spiegazione a fenomeni naturali o alla nascita del mondo, quando ancora l’uomo non aveva gli strumenti per spiegazioni scientifiche.

Solitamente la narrazione del mito vede come protagonisti dei o eroi in un’ambientazione sovrannaturale. Generalmente la timeline è precedente alla storia scritta, il cosiddetto tempo dei miti e delle leggende.

Nel libro “Eros e Psiche. Imparare l’amore e la passione attraverso il mito”, edito da Sonzogno, Ombretta Cecchini ripercorre le tappe del celeberrimo mito di Amore e Psiche già raccontato da Apuleio cercando di condurre il lettore verso l’autoconsapevolezza delle relazioni amorose.

È un viaggio quello di Eros e Psiche, ma anche di noi stessi verso una maggiore coscienza del sé.

TRAMA

Il libro si apre con una domanda chiave: «di chi ci innamoriamo?»

Il primo capitolo illustra le parti della psiche teorizzate da Jung: l’Animus e l’Anima. Il primo è il lato maschile di una donna, mentre l’Anima è la parte femminile di un uomo. L’innamoramento deriva da una quasi violenta proiezione dell’Animus e dell’Anima.

Nei capitoli successivi l’autrice indaga le varie fasi del rapporto amoroso dall’attrazione totalizzante e cieca all’accettazione del partner reale. Nel mezzo, la vasta gamma delle dinamiche amorose come il dolore, l’insicurezza, il tradimento, la gelosia, la delusione.

Chi erano Eros e Psiche?

Eros era il dio dell’amore presso i greci. Psiche, invece, era una bellissima fanciulla figlia di un re e una regina e aveva due sorelle più grandi. Nessuna donna, però, poteva competere con la sua bellezza tanto che secondo alcuni era Afrodite in persona. Ciononostante Psiche rimaneva senza un marito e, dopo aver consultato l’oracolo di Delfi, i genitori la abbandonano su una rupe. Qui viene rapita da Zefiro su richiesta di Eros che, vedendola e dopo essersi ferito con una sua stessa freccia, se ne innamora perdutamente. Questo momento, il rapimento di Zefiro su richiesta di Eros, rappresenta l’innamoramento. Questo è il periodo del rapporto in cui nessuno dei due amanti ha ben chiaro chi ha difronte poiché presi (rapiti) dalla passione.

Sull’esempio di questa prima parte del racconto, il libro presenta capitolo per capitolo le analogie del mito di Apuleio con le fasi delle relazioni amorose cercando di avvicinare il lettore alla complessità dei rapporti umani.

Afrodite, madre di Eros, è l’espediente per poter parlare della complessità dei rapporti con la famiglia di origine e con la madre. Non solo viene messo in rilievo il rapporto, talvolta fetale, che lega una madre al proprio figlio, ma anche le dinamiche che ricadono sulla donna (sottomissione, bisogno di accudire, rivalità e gelosia).

E poi la necessità di identificare se stesso a prescindere dall’altro, la ricerca dell’individuale all’interno della coppia.

Il tradimento e le implicazioni che comporta all’interno della coppia, come sia possibile superarlo e le emozioni che prova tanto chi lo subisce quanto chi lo pratica.

Una narrazione densa di informazioni ma scorrevole e ben articolata, ricca di esempi di vita vissuta, di aneddoti raccolti durante le sessioni di terapia di pazienti alle prese con problematiche amorose. Un viaggio tra le pagine di uno dei più bei miti mai raccontati che porta a relazionarsi con uno dei sentimenti più travolgenti e complessi: l’amore.

 

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