Recensione del film “Il curioso caso di Benjamin Button”
01/25/2022 0 Di Maria Cristina OiLa trama
Il curioso caso di Benjamin Button si apre con una donna che giace in un letto d’ospedale e sta morendo. Sua figlia è accanto a lei, preoccupata. Si sentono i “beep” del monitor che monitora i suoi battiti del cuore. In sottofondo, il brusio dell’ospedale e della pioggia che batte sui vetri.
Si prospetta essere un film drammatico sulle vicende di questa misteriosa donna, o di sua figlia. In parte lo è. La donna si chiama Daisy, e su quel letto d’ospedale decide di raccontare a sua figlia una storia.
Tanto tempo fa un un uomo cieco di nome Mr. Gateau costruì un orologio le cui lancette girano in senso antiorario. Lo fece così perché avrebbe tanto voluto che suo figlio morto in guerra, insieme a tutti gli altri caduti, fosse potuto tornare indietro nel tempo e vivere.
Ma che cosa c’entra tutto questo con l’incipit del film? Pochi istanti dopo, Daisy chiede a sua figlia di prendere il diario che c’è nella sua borsa e di leggerlo.
Lì è contenuta la storia di Benjamin Button, un miracolo fatto a persona. Lui, infatti, ha una rarissima malattia: è nato vecchio e man mano che scorre il tempo, ringiovanisce. La sua vita è sottosopra. Con lo scorrere del film, invece, si scopre la sua storia, e soprattutto si scopre come mai Daisy ha il suo diario.
David Fincher si ispira ad un racconto
Un mondo reale con un pizzico di magia. È questo ciò che ricrea perfettamente David Fincher con Il curioso caso di Benjamin Button, film ispirato all’omonimo racconto breve del 1922 di Francis Scott Fitzgerald.
Non è la prima volta che Fincher basa un suo film su un libro superando la fama di quest’ultimo. È accaduto anche con il famosissimo Fight Club, ispirato all’omonimo libro di Chuck Palahniuk. (Leggi qui la recensione).
Particolarità della storia
Questo film, però, è del tutto particolare. Drammatico, romantico e un po’ fantastico. È ambientato negli Stati Uniti, a New Orleans, nel post Prima Guerra Mondiale. Anche se l’ambientazione cambia con lo scorrere del film.
La prima cosa che si nota è che non ci sono i titoli di testa e che il titolo del film non compare mai. Una scelta strana ma che al contempo fa immergere totalmente lo spettatore nella storia. Niente interruzioni, niente pause.
Tutto il film si basa su un flashback. La storia di Benjamin Button, interpretato dal fantastico Brad Pitt, che già aveva preso parte ad altri film di Fincher, viene raccontata al pubblico attraverso le parole del suo diario e della sua voce narrante che le legge. Ogni tanto la sua storia viene interrotta da Daisy che, nel suo letto d’ospedale, fa dei commenti. Ciò riporta il pubblico alla “realtà”, ma allo stesso tempo aumenta la sua curiosità.
Sebbene narra semplicemente della vita di Benjamin, e quindi non un tema particolarmente elettrizzante, riesce a catturare totalmente l’attenzione dello spettatore, che per i non trascurabili 166 minuti i quali dura il film, non riesce a distogliere lo sguardo.
Classico ma non scontato
La trama è stimolante. Nonostante al centro del film ci sia una complicata storia d’amore, essa ha motivo di esserlo, poiché le stesse circostanze in cui si sviluppa sono realmente complicate. E dal momento in cui la storia narra della vita di un uomo, è naturale che ci sia amore, ingrediente fondamentale nella vita di ognuno. Inoltre, essa viene presentata fin dall’inizio del film, non è campata in aria e acquista sempre di più con il progredire del film. Nonostante quindi questo elemento “classico” inserito nel film, lo spettatore non sa mai cosa aspettarsi.
È vero, però, che di elementi classici il film ne ha parecchi. È impostato in maniera standard, dove tutto parte da un flashback e c’è una voce narrante che spiega. Nonostante ciò, il film non perde di qualità. Anzi, ne acquista. Fincher riesce a stravolgere le regole e a portare in scena un film che sorprende per il modo in cui è realizzato. Non annoia mai. Forse un po’ classico, ma non scontato.
È un classico, ad esempio, parlare della storia di un uomo straordinario. Ma puoi presentarlo come un eroe, oppure come un uomo qualunque che si comporta come chiunque altro. Fincher sceglie la seconda via, ed è per questo che il suo film si distingue.
Insegnamenti del film
È un film che insegna molto. Ed è bello come questo aspetto viene esplicitato alla fine del film, con la voce narrante che parla mentre vengono mostrati i vari personaggi. Oltre che alla storia principale di Benjamin Button, infatti, il film contiene altre piccole storie, che hanno dei valori molto forti. Il film insegna a non arrendersi, a lottare e a camminare sempre a testa alta, nonostante le difficoltà. Insegna a non giudicare dalle apparenze e a essere sempre gentili con chi si ha di fronte. Mai dare nulla per scontato. Fa persino riflettere su quanto sia strana, dolorosa, e al contempo giusta la morte.
Fa riflettere così come riesce a far commuovere. Basta poco per affezionarsi ai personaggi e soprattutto alla storia. Più che una fiction, sembra di vivere la realtà.
Bellezza visiva
Alcune scene sono particolarmente ben strutturate ed interessanti da guardare, tanto da rimanerne stupiti. Il film è curato nei minimi dettagli. Non è un caso che abbia vinto l’oscar come miglior scenografia, miglior trucco e migliori effetti speciali. È tutto così estremamente preciso dal punto di vista visivo che allo spettatore sembra di star vivendo il momento. Riesce a tornare indietro insieme alla linea del tempo del film.
Dalle luci ai colori fino alle piume del cappello di una signora che passa per strada, tutto è studiato alla perfezione e nulla è lasciato al caso. Non solo David Fincher, ma anche tutti gli altri che hanno lavorato alla realizzazione di questo film, hanno messo tutto il loro impegno. È un film ben fatto, senza nemmeno un però.
Gli attori
Da lodare, inoltre, la bravura degli attori. Non solo il mitico Brad Pitt è riuscito a prendere alla perfezione le parti di un uomo che è dapprima giovane dentro e vecchio fuori, e poi il contrario, ma anche gli altri attori hanno stupito nelle loro parti secondarie. Una lode speciale andrebbe fatta a Jarred Harris, che riesce ad interpretare favolosamente il capitano Mike, un uomo un po’ squilibrato ma in fondo sensibile. Eccezionale anche Cate Blanchett che, nella parte di Daisy, riesce a ballare e recitare contemporaneamente.
Perché guardarlo?
Il curioso caso di Benjamin Button è un film straordinariamente interessante, da ogni punto di vista. Per chi ama guardare film degni di nota e ben curati, questo è assolutamente un film da non perdere.