Recensione: “Il metodo della fenice” di Antonio Fusco
12/01/2021
“L’odio più fero è spesso il rantolo velenoso di un amore ferito, oppure l’urlo di rabbia di un desiderio selvaggio e inappagato. L’amore è l’origine di ogni tragedia, l’ingrediente essenziale del bene e del male”
Il metodo della fenice di Antonio Fusco edito da Giunti Editore è la terza indagine del commissario Casabona.
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Novembre, la cittadina della Toscana, si prepara ad affrontare un lungo e rigido inverno. Novembre, è da sempre classificato il mese dei morti e della pioggia; infatti, una telefonata sveglia la centrale di polizia.
Sotto il vecchio ponte di Campanelle, ai confini con il bosco, viene ritrovato il corpo di una giovane donna, nudo e carbonizzato parzialmente. Subito, vengono individuati dei probabili indizi, ma Casabona sa che non è tutto così semplice.
Casabona, uomo umano, sensibile e con un quoziente intellettivo molto elevato, subito sente puzza di fregatura. Qualcuno sta cercando di insabbiare la verità.
Qualcuno, vuole vedere il fuoco della vendetta ardere sino in fondo, per poi rinascere a una nuova vita, proprio come fa la fenice. La fenice, infatti, è quell’uccello leggendario presente in molti miti dei popoli antichi, che dopo la morte risorge dalle proprie ceneri. Il significato, infatti, simboleggia morte e resurrezione.